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Corea del Nord
Viaggio nel paese più inaccessibile del mondo

6 giugno 2024 – Incontro con Junko Terao, giornalista di Internazionale

Negli spazi del Centro Congressi di Palazzo Invernizzi si è svolto l’incontro con la giornalista di Internazionale, editor Asia e Pacifico, Junko Terao. La giornalista ha raccontato, ad una platea composta soprattutto da giovani studenti e studentesse delle Università Cattolica del Sacro Cuore, Bocconi e Politecnico di Milano, la sua esperienza di viaggio in Corea del Nord nel 2016.

Quando si pensa alla Corea del Nord, complice probabilmente anche la stampa e il racconto che ne fa, si pensa subito al leader nordcoreano Kim Jong-un, al suo esercito e alle armi atomiche. Non che la verità sia molto diversa, come ha raccontato Junko Terao che questo Paese lo conosce bene, ma sicuramente vale la pena provare ad andare oltre per capire come si vive in Corea del Nord e quali dinamiche, interne ed esterne, lo hanno portato ad essere uno dei paesi più inaccessibili al mondo e per questo meno conosciuti e compresi da chi vive al suo esterno.

Nel raccontare la sua esperienza di viaggio, Junko ha per prima cosa delineato quando e in che contesto internazionale è avvenuta la separazione con la Corea del Sud – divise nettamente dal 38° parallelo nel 1948 -, ha spiegato la particolare procedura per entrare nel Paese e ha mostrato una serie di fotografie e video realizzati con il suo smartphone.


Attraverso le immagini, ovvero quelle che le sono state permesse di scattare, il pubblico ha scoperto un paese probabilmente diverso da come lo immaginava, dove gli edifici non sono così angusti ma colorati e allegri, sebbene essenziali, dove esistono luoghi per il divertimento, come un’acquafun, una birreria, un bowling e parchi in cui trascorrere il (poco) tempo libero a disposizione.

Il resto del Paese è molto diverso dalla capitale, è circondato quasi tutto dalla campagna che viene coltivata con strumenti rudimentali dagli abitanti delle zone rurali. Particolarmente interessante è stato scoprire che ci vive un italiano, un agronomo, responsabile dell’ufficio della cooperazione italiana a Pyongyang (l’unica rappresentanza italiana in loco, dato che non c’è una sede diplomatica italiana a Pyongyang e l’ambasciata a Seoul è competente anche per il Nord), e segue il progetto di cooperazione del governo italiano per aiutare alcune cooperative agricole locali a migliorare la produzione di riso che, con i pochi strumenti a disposizione e la scarsa qualità del terreno, è al di sotto degli standard regionali.

La propaganda del leader nordcoreano è ovunque. Immagini, fotografie, statue e riti, accompagnati da censura e disinformazione, dall’accesso negato all’internet globale e ad una riscrittura della storia che viene trasmessa fin dai primi anni dell’istruzione scolastica, ne fanno un Paese veramente difficile da comprendere, ma l’incontro con la giornalista Junko Terao è stato sicuramente l’occasione per scoprire qualcosa in più di questo luogo misterioso.

L’iniziativa si inserisce in una più ampia offerta di incontri ed eventi che, con l’apertura del Centro Congressi di Palazzo Invernizzi, la Fondazione si impegna ad organizzare per promuovere attività culturali e di divulgazione per studenti, collaboratori e partner della Fondazione.